E’ immersa in un parco pubblico e avvolta da piante e erbacce, tanto che sembra abbandonata e dimenticata da secoli al suo destino. Questa meravigliosa villa, di proprietà del Comune di Trieste, si trova a poca distanza dal centro cittadino e versa in pessime condizioni, colpita da incendi, atti vandalici e logorata dal tempo e da una mancata manutenzione. Eppure se fosse stata risistemata anni fa, quando non si presentava in tali condizioni o se almeno fosse stata protetta e tutelata a dovere, non si troverebbe sicuramente in questo totale stato di degrado.
Villa Cosulich, situata in strada del Friuli, era una dimora di campagna dei baroni de Burlo. Nel 1903 viene acquistata da Demetrio Carciotti, commerciante, che nel 1905 la vende alla famiglia Rutherford. Nel 1920 Antonio Cosulich, di ritorno dall’Argentina, compra la villa e il parco, che restano di proprietà della famiglia fino al 1980, anno in cui l’ immobile viene ceduto all’ Istituto Burlo Garofolo e successivamente al Comune di Trieste nel 1997. Nessun intervento è stato mai realizzato per riportarla all’antico splendore e la palazzina è diventata un rudere.
L’area complessiva ha oltre 10mila metri quadrati. Nel 2000 è stato ristrutturato tutto il parco. Nel 2006 un incendio di natura dolosa ha colpito l’edificio e il tetto è andato parzialmente distrutto. Un nuovo rogo è scoppiato negli anni successivi, nel frattempo sono crollati alcuni solai, ulteriori porzioni del tetto, infissi e intonaci.
Come in altri casi è proprio la mancanza di un controllo costante ad aver contribuito in modo consistente allo sfacelo dell’edificio.
C’è chi, tra noi tre, era passato qui mesi fa, chi anni fa, e la situazione non era così triste. Lungo il perimetro della palazzina sono caduti pezzi di cornicioni e vari decori in pietra, il verde attorno non era mai così incolto, tanto da non lasciare in vista ormai quasi nulla della facciata principale, la più bella, dove nel punto più elevato si notano ancora alcuni mosaici. E’ strano come siano in buono stato, brillano sotto la luce del sole, ma sono l’unica nota vivace in un quadro di incuria. La casa sembra uscita da un film horror. Che manchi un radicale intervento di pulizia e manutenzione da parecchio tempo si intuisce anche dalla presenza, accanto alla facciata laterale, di una cyclette arrugginita e altri rifiuti.
Cerchiamo di sbirciare tra gli arbusti, dove si notano pertugi e spazi ormai aperti, dove non è il caso di addentrarsi, per l’evidente pericolo di crolli. Davanti al portone in legno dell’ingresso c’è un mucchio di sacchi, non si capisce se messi in quel punto per creare una sorta di inutile barricata o se contengono materiali edili per qualche intervento in realtà mai iniziato. Dentro si vedono graffiti, infissi caduti, calcinacci ovunque, solai mancanti, pavimenti inesistenti e una porzione della copertura che ormai non esiste più. I muri sono scrostati, sulle pareti segni di umidità, sui soffitti sbucano pezzi di legno e assi scostate dalla loro originale posizione. Le persone sono entrate a più riprese, negli ultimi decenni, portando via probabilmente quel poco che era stato lasciato un tempo. Resta traccia di qualche scheletro di mobile o suppellettile, ma niente di più.
Come mai Villa Cosulich non può essere risistemata? Qualche mese fa il quotidiano Il Piccolo aveva chiesto spiegazioni all’assessore comunale ai lavori pubblici Andrea Dapretto, che aveva sottolineato come, pur essendo la struttura di grande pregio, il restauro avrebbe costi molto elevati, difficilmente sostenibili anche da un privato. E guardando le foto si intuisce che i lavori di recupero e ricostruzione sarebbero davvero imponenti. Quindi per ora tutto resta così.
Nota curiosa (e fastidiosa) il terreno attorno alla villa è completamente invaso dalle zanzare, quasi cercassero di proteggere, almeno loro, l’antica dimora.
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