Sabato 25 settembre 2010 ha chiuso i battenti una delle discoteche più conosciute (e più grandi) di Lignano Sabbiadoro, il Mirò.
Meta del divertimento per tante stagioni estive, per molti triestini è stata anche una tappa delle feste di maturità, tra gli anni ’90 e i primi anni 2000, grazie alle cinque sale interne e agli immensi spazi esterni. Poi tutto è finito. Nel tempo agenti atmosferici e i soliti vandali hanno danneggiato un po’ tutto, ma l’ossatura e le caratteristiche di quel luogo sono rimaste. Dopo l’Hippodrome siamo curiosi di scoprire se davvero anche questo paradiso delle serate dancing è abbandonato. Ci prepariamo quindi alla trasferta, destinazione Lignano.

Arriviamo nella zona dell’ex discoteca, che di giorno vede un via vai di gente nella strada davanti, a causa di diverse realtà attive tutto attorno, con operai e mezzi che transitano. L’ingresso principale è sbarrato, ma vicino c’è una finestra completamente aperta. Sbirciando dentro già si intuisce che all’entrata, dove c’era il guardaroba e l’atrio, l’aspetto è di un luogo lasciato al suo destino e già ampiamente danneggiato. Percorriamo il perimetro del giardino, con il muro tuttora regolarmente in piedi e in una delle tante uscite laterali la porta è spalancata e la catena divelta. Dentro ci accoglie un cumulo di infissi, abbandonati in un angolo, poi iniziano a delinearsi, uno dopo l’altro, gli ambienti principali del locale. Il Mirò appare come un enorme contenitore, svuotato. Forse c’erano arredi, forse qualcosa era rimasto all’interno, ma è palese che qui tutto è stato rubato, portato via. A più riprese.

Le ampie sale da ballo riportano comunque all’originaria destinazione, ci sono ancora i banconi del bar, i “cubi” dove salire per ballare, la parte dove un tempo veniva collocata la consolle e da dove partiva la musica. Porte e finestre invece non esistono più. A collegare le sale ci sono i corridoio, con i bagni e qualche locale di servizio. Molti sanitari sono stati staccati dal muro. Le uniche stanze che ancora contengono oggetti sono un ufficio, zeppo di carte e raccoglitori, dove tutto è gettato a terra, fuori dagli armadi, da chi probabilmente cercava qualcosa di valore. Ma sono semplici fogli, nulla di più, ricevute della Siae, vademecum sulla zanzara tigre, istruzioni su impianti presenti nella disco, insomma il contenuto di una sorta di segreteria. E poi una cucina, con alcuni armadi, un ambiente usato forse anche in tempi recenti, con avanzi di cibo e abbigliamento. L’odore è nauseabondo perché qualcuno si è servito di quella stanza anche come bagno….

La parte più affascinante dell’ex discoteca ci sembra quella esterna, dove ancora si notano i bar, uno dei quali sovrastato da un piccolo terrazzino con una grande scritta “No fear”, tutti distrutti. A pochi metri un’enorme palla da discoteca, la classica sfera specchiata, è caduta al suolo, seminascosta dal verde ormai incolto, ed è pesantemente danneggiata, ma rappresenta uno dei simboli del divertimento che qui esplodeva ogni estate. Proseguiamo e spuntiamo in un’altra sala all’aperto, una delle due che erano coperte da grandi teloni bianchi e che ora penzolano tristemente, mossi dal vento. Ai lati della pista correva una vasca, ne troviamo un’altra più avanti, in mezzo a un piccolo prato, con tanto di ponticello in legno che ne permetteva l’attraversamento. Tutto il muro perimetrale è intatto e in buono stato, in alcuni punti, ormai sbiadite, appaiono le scritte Mirò, con disegni colorati. Che tuffo al cuore per chi, come noi, qui ha ballato in tante serate estive.
Nel 2013 sul Messaggero Veneto è apparso un articolo sullo stato di degrado del parcheggio, diventato un sorta di discarica, poi ripulito. Del destino della discoteca invece nessuno parla, ormai da anni, tranne qualche affezionato, che sul web ricorda le feste con migliaia di ragazzi e spera che prima o poi si possano riproporre.

Le informazioni che troviamo comunque sono poche, ma una persona ci ferma proprio nei pressi dell’uscita laterale, che prima abbiamo trovato aperta. Ci spiega che lavora lì vicino, è un operaio, ci dice che il Comune è l’attuale proprietario del Mirò e che ha chiesto proprio a chi lavora nelle vicinanze di segnalare eventuali intrusi. Noi ormai siamo fuori e gli facciamo pure notare che una porta è spalancata. Mentre si affretta a richiuderla ci racconta ancora che qui gira brutta gente e che un paio d’anni fa all’interno delle sale dismesse è stata violentata una ragazza. Cercando tra le notizie di cronaca degli ultimi anni non troviamo traccia di questo episodio e nemmeno note certe sull’attuale proprietà. Ma ormai il giro è finito ed è ora di rientrare a Trieste, con un pizzico di sconforto e con la mente che ritorna alle atmosfere di quella bella discoteca frequentata e tanto amata da diverse generazioni.
Una volta rientrati davanti al pc scopriamo che esiste ancora il sito internet http://www.mirodiscoteca.com, che in home page scrive soltanto “Un grazie di cuore a tutti voi” mentre la pagina Facebook è ferma all’ultimo post datato 29 settembre 2010 e vanta ancora oltre 9mila “like”. Qualcuno nei messaggi domanda ancora “quando aprite?”. Nessuna risposta.
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